giovedì 16 dicembre 2010

Partecipazione di Yolande Mukagasana alla tavola rotonda "La Cultura del Coraggio"

Roma, martedi' 21 Dicembre ore 20.00  
presso Il Pitigliani-Centro Ebraico Italiano, Via Arco dei Tolomei 1

Yolande Mukagasana partecipera'  alla tavola rotonda "LA CULTURA DEL CORAGGIO. Memoria, Identita', Comportamento: Individuare e trasmettere il Coraggio".
Interverranno inoltre: Riccardo Pacifici, Umberto Croppi, Marcello Pezzetti, Gabriele Nissim, Amedeo Osti Guerrazzi

lunedì 15 novembre 2010

A Pierantonio Costa lo Scudo di S. Martino


Firenze, 13 novembre 2010 - Assegnati questa mattina, con una cerimonia solenne nel salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, gli Scudi in Argento, gli Scudi in Bronzo e i Diplomi di Benemerenza conferiti dall’Istituto Scudi di San Martino a persone ed Enti che si sono distinti per atti di solidarietà umana ed eroismo. Quella appena conclusasi è la XXVII edizione. La cerimonia è stata introdotta da Eugenio Giani, presidente del consiglio comunale di Firenze, che nel corso del suo intervento ha sottolineato come, nel corso degli anni, questo appuntamento sia diventato un punto di riferimento importante, la principale occasione di premiazione della solidarietà e dell’altruismo a Firenze.
Gli scudi in Argento, gli Scudi in Bronzo e i Diplomi di Benemerenza vengono conferiti dall’Istituto Scudi di San Martino a persone ed Enti che si siano distinti per atti di solidarietà umana ed eroismo
La cerimonia di consegna
degli Scudi di San Martino
(Pressphoto)
Dello Scudo in Argento è stato insignito anche Pierantonio Costa, Console Onorario d’Italia a Kigali, Rwanda, dall’1988 al 2004, che, allo scoppio del genocidio del 1994, si adoperò attivamente per portare in salvo il maggior numero di persone possibile. Aiutato dal figlio, collaborando con la Croce Rossa e svariate Organizzazioni non Governative, alla fine del genocidio ha perso beni per più di tre milioni di dollari ma salvato numerose vite, circa 2000 persone tra cui 375 bambini. Pierantonio Costa, che non ha potuto presenziare alla cerimonia perchè all’estero, ha delegato Francoise Kankindi, presidente dell’Ass. BeneRwanda che ha sede a Roma e che tra l’altro sta sostenendo la candidatura al Nobel per la pace di Pierantonio Costa e di due donne Rwandesi, Yolande Mukagasana e Zura Karuhimbi

Per leggere tutto l'articolo: http://www.lanazione.it/firenze/cronaca/2010/11/13/414121-assegnati_palazzo_vecchio.shtml

venerdì 12 novembre 2010

La Provincia di Roma Approva Mozione per il Sostegno alla Candidatura dei Giusti del Rwanda


La Provincia si impegna a sostenere la candidatura dei Giusti del Rwanda al Premio Nobel della Pace. 
E’ questo il contenuto della mozione approvata questa mattina in Consiglio provinciale che conferisce 
mandato al Presidente Zingaretti a rappresentare la volontà della Provincia di Roma presso il Comitato 
Promotore del Premio Nobel per la Pace,  perché valuti  la candidatura al Premio Nobel per la Pace di 
Zura Karuhimbi e Pierantonio Costa onorati come Giusti del Rwanda nel Giardino dei Giusti del Mondo  
di Padova e della scrittrice e intellettuale rwandese Yolande Mukagasana, sopravvissuta al genocidio
 dei Tutsi in Rwanda e attivista  della Pace premiata dall’Unesco.

martedì 2 novembre 2010

mercoledì 6 ottobre 2010

Il presidente colombiano Juan Manuel Santos stringe la mano a Yolande Mukagasana

Il presidente colombiano Juan Manuel Santos, a sinistra, stringe la mano a Yolande Mukagasana, sopravvissuta del genocidio ruandese del 1994 al palazzo presidenziale a Bogotà, Colombia. Mukagasana è stato invitata come ospite speciale di una cerimonia in cui Santos ha proposto una legge che andrà a beneficio delle vittime del lungo conflitto in Colombia con le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia, o FARC. (AP Photo / Fernando Vergara)

martedì 27 aprile 2010

"Schindler italiano" candidato al Nobel Salvò 2mila vite dal genocidio in Ruanda

Pierantonio Costa, imprenditore ed ex diplomatico,
nominato al premio per la Pace: nel '94 aiutò tanti africani

MESTRE (23 aprile) - Sedici anni fa riuscì a salvare duemila persone durante il genocidio in Ruanda, con oltre 800mila morti una delle pagine più sanguinose del XX secolo. Grazie al suo ruolo diplomatico (come console onorario d’Italia) fece la spola tra Ruanda e Burundi mettendo in salvo quanta più gente poteva.

Pierantonio Costa è nato a Mestre, ha 71 anni e oggi, per lo straordinario impegno di sedici anni fa, viene candidato al Nobel per la Pace. Lo "Schindler italiano" è nato in via Circonvallazione 2, dove è vissuto fino ai dieci anni. Abitava in una casa a tre piani con un enorme giardino che arrivava fino al fiume Marzenego. Ora la casa è ancora lì. Al posto del giardino negli anni del boom sono spuntati due palazzoni.

«L'ultima volta che sono passato di lì - racconta Costa - fu due anni fa, non mi sono fermato ma mi è bastato per realizzare come tutto sia cambiato». Dall'infanzia - fra via Circonvallazione, penultimo di sette fratelli, e le elementari alla Edmondo De Amicis,- la sua vita ha fatto un giro enorme e il suo mondo, da quando aveva quindici anni, è stato in Africa.

Al «continente nero» deve tutto, le più grandi gioie e soddisfazioni (la sua fortuna come imprenditore, il matrimonio con Mariann da cui avrà tre figli, l'incarico di console onorario) ma anche il più grande dolore. In Ruanda, nel genocidio degli anni Novanta, ha visto morire migliaia di persone, ma ne ha salvate duemila rischiando in prima persona. Pierantonio Costa, ora è uno dei candidati al premio Nobel per la Pace: la proposta è stata avanzata dall’onlus "Bene Rwanda". «Ne sono stupito e felicissimo, ma mi preme ricordare che condivido questa candidatura con altre due persone (le ruandesi Zura Karuhimbi e Yolande Mukagasana, come si legge anche nel sito web "nobelrwandasrighteous") che in quel periodo si sono spese moltissimo per portare aiuto - racconta dal Belgio dove si rifugia quando vuole staccare la spina - Dovessi vincere il Nobel, darò tutto il denaro alle associazioni ruandesi; sono orgoglioso di questa segnalazione, ringrazio quanti in Ruanda hanno proposto il mio nome».

Oggi il paese vive un momento tranquillo, ma il sangue versato, la violenza, i morti passati sotto i suoi occhi è impossibile dimenticarli. La sua testimonianza è stata tutta affidata a un libro - "La lista del console", edito nel 2004 - ma confessa di non parlarne volentieri: «Ogni volta che mi capita o mi chiedono di ricordare quel periodo, poi mi servono almeno due giorni per riprendermi». Nei tre mesi del genocidio, tra aprile e luglio del 1994, Costa ha portato in salvo prima gli italiani e gli occidentali e poi la popolazione locale. Spola continua fra Burundi e Ruanda usando della la rappresentanza diplomatica, della sua rete di conoscenze. E il suo denaro per ottenere visti di uscita dal Paese per tutti coloro che gli chiedevano aiuto.

Agendo con la Croce Rossa e alcune Ong, ha perso gran parte della sua fortuna economica, ma ha salvato duemila persone. Oggi, a 71 anni e una candidatura al Nobel per la Pace, continua nella sua attività di imprenditore - anche se è il primogenito Olivier a organizzare le imprese di famiglia - e si divide fra il Ruanda e Bruxelles meditando se tornare, un giorno, in Italia. «Tornare a Mestre? No, sono passati troppi anni, non conosco più nessuno. Forse a Montebello Vicentino, dove è nato mio padre».


(Fonte: ilGazzettino.it)

mercoledì 3 marzo 2010

COMUNE DI PADOVA: MOZIONE DI ADESIONE ALLA CANDIDATURA DEI GIUSTI DEL RWANDA AL PREMIO NOBEL PER LA PACE

Signori Consiglieri,

premesso che

• con Delibera di Consiglio n. 13 del 19 febbraio 2007 è stato istituito a Padova il Giardino dei Giusti del Mondo, il cui fine istituzionale è di rendere omaggio a coloro che si sono opposti ai genocidi perpetrati a partire dal XX secolo e di proporne e divulgarne l’esempio, in particolare tra i giovani;

• la Commissione Scientifica del Giardino dei Giusti del Mondo ha finora individuato trentasei Giusti legati a venti episodi avvenuti in quattro diversi genocidi, quello che coinvolse il popolo armeno in Turchia nel 1915/16, la Shoah ebraica avvenuta in Europa durante il secondo conflitto mondiale, i massacri indiscriminati contro la popolazione bosniaca (1992-95) e il genocidio Rwandese (1994);

ricordato che

• il genocidio in Rwanda si compì tra il 6 aprile e il 18 luglio del ‘94, quando gruppi militari e paramilitari di etnia Hutu, appoggiati anche da civili, sterminarono a colpi di armi da fuoco, machete, bastoni chiodati, gran parte della minoranza di origine Tutsi;

• il genocidio non risparmiò la componente moderata della stessa popolazione Hutu, e fu accompagnato da stupri e torture nei confronti di donne e bambine, sotto gli occhi indifferenti della comunità internazionale;

• in quel contesto efferato alcune donne e alcuni uomini scelsero di opporsi all’orrore e di salvare altri esseri umani a rischio della propria stessa vita, meritando di essere riconosciuti come Giusti del Rwanda;

• nel Giardino dei Giusti del Mondo di Padova sono state messe a dimora tre piante, che onorano tre persone che durante il genocidio rwandese hanno obbedito alla voce della coscienza e si sono efficacemente battute per interrompere la catena dell’ingiustizia e della morte;


preso atto che

• l’associazione no-profit Bene-Rwanda (che in lingua Kinyarwanda significa “Figli del Rwanda”), fondata e diretta da cittadini rwandesi che risiedono e lavorano da anni in Italia, e l’associazione internazionale Peace Culture hanno promosso la candidatura al Premio Nobel per la Pace di Zura Karuhimbi e Pierantonio Costa, onorati come Giusti del Rwanda nel nostro Giardino dei Giusti del Mondo, e della scrittrice e intellettuale rwandese Yolande Mukagasana, anch’essa presente nella nostra città nella cerimonia del 18 e 19 ottobre 2009;

• il Comitato Scientifico del Giardino dei Giusti del Mondo di Padova ha espresso parere favorevole all’iniziativa, proponendo al Consiglio Comunale di sostenere l’iniziativa presso il Comitato Promotore del Premio Nobel per la Pace;

• la presente mozione è stata esaminata e unanimemente approvata dalla III Commissione Cultura nella seduta del 19 febbraio 2010;

tutto ciò premesso


il Consiglio Comunale di Padova impegna

il Signor Sindaco a rappresentare al Comitato Promotore del Premio Nobel per la Pace la volontà della Città di Padova di aderire alla candidatura al Premio Nobel per la Pace di Zura Karuhimbi, Pierantonio Costa e Yolande Mukagasana.

Il Presidente della III Commissione

Giuliano Pisani


Biografie dei candidati :

Zura Karuhimbi è una contadina Hutu. Nata nel 1925 in Rwanda nel distretto di Ntongwe, dove ancora risiede in condizioni di estrema semplicità, all’epoca de genocidio aveva circa settant’anni. Incurante dei rischi e delle minacce che lei stessa correva, operando con intelligenza e coraggio, ospitò nella sua casa un centinaio di fuggiaschi Tutsi, cui salvò in tal modo la vita. Se fosse stata scoperta, sarebbe andata incontro alla morte più atroce. Nel 2006, l’associazione Ibuka – memoria e giustizia, che raggruppa i sopravvissuti del genocidio ruandese, le ha consegnato un certificato di merito e di riconoscimento, mentre il governo di Paul Kagame le ha conferito una medaglia al valore.

Pierantonio Costa (Mestre 7 maggio 1939), a quindici anni, raggiunge il padre emigrato nello Zaire. A Bukavu, nel 1960, fa la prima esperienza di guerra africana e con alcuni fratelli si prodiga per traghettare sull’altra sponda del lago Kivu gruppi di profughi congolesi. Si trasferisce in Rwanda nel 1964. Imprenditore di successo, dal 1988 al 2004 è console onorario d’Italia a Kigali. Nei tre mesi del genocidio Costa porta in salvo dapprima gli italiani e molti occidentali, poi si stabilisce in Burundi, a casa del fratello, e da lì comincia una serie incessante di viaggi attraverso il Rwanda per mettere in salvo il maggior numero di persone possibile. Costa usa i privilegi di cui gode, la rappresentanza diplomatica, la sua rete di conoscenze e il suo denaro per ottenere visti di uscita dal paese per tutti coloro che gli chiedono aiuto. Aiutato dal figlio Olivier, Costa agisce di concerto con rappresentanti della Croce Rossa e di svariate Ong, e alla fine del genocidio ha salvato quasi 2000 persone, tra cui 375 bambini di un campo di raccolta della Croce Rossa a Butare. La sua storia eccezionale è raccontata nel libro La lista del console.

Yolande Mukagasana è l’unica sopravvissuta alla sua famiglia. Suo marito e i suoi tre figli sono stati massacrati a colpi di machete. Salvata da una donna Hutu, Jacqueline Mukansonera, Yolande ha iniziato un’incessante campagna per testimoniare al mondo il genocidio del Rwanda . La sua storia è raccontata nel libro La morte non mi ha voluta. Scrittrice di fama internazionale, considerata la “Primo Levi” ruandese, Yolande ha già ricevuto vari riconoscimenti tra cui la Menzione Onorevole Unesco per l’Educazione alla Pace.


giovedì 25 febbraio 2010

Giornata della Memoria 2010

Al fine di ricordare la ricorrenza dell’abbattimento dei cancelli del campo nazista di Aushwitz e la fine del sistematico sterminio ai danni di ebrei e oppositori politici perpetrati dai nazzisti, la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Catania, il Prof. Giuseppe Barone, l’assessore alla cultura del Comune di Nicolosi dott. Giuseppe Mazzaglia e l’assessore alla Pubblica istruzione del Comune di San Giovanni la Punta, dott. Giovanna Scaglia, hanno organizzato la Giornata della Memoria 2010 richiamando l’attenzione l’avvenimento più vicino: il genocidio in Randa nel quale, in 100 giorni, dall’aprile a luglio 1994, persero la vita un milione di persone.

Hanno invitato, dal 29 al 30 gennaio 2010,  Pierantonio Costa, allora Console Onorario d’Italia in Rwanda, il cosi detto lo Schindler italiano che salvò 2000 persone, candidato al Premio Nobel per la Pace 2010-2011 e Yolande Mukagasana, sopravvissuta all’ecidio e autrice del libro “la morte non mi ha voluta, anche candidata al Premio Nobel per la Pace 2010-2011, in qualità di diretti testimoni di tali avvenimenti.

La giornata è iniziata venerdì 29 gennaio 2010 alle ore 10 con l’incontro della scuola media di Nicolosi, dove Yolande e Pierantanio hanno parlato ai ragazzi del genocidio del Rwanda con una delicatezza come se i fatti da loro vissuti fossero successo agli altri, catturando la loro massima attenzione.

Durante l’intervallo pranzo, i nostri eroi hanno potuto visitare Taormina, desiderio espresso da Pierantonio che i nostri ospiti hanno esaudito con tanta attenzione.

Alle ore 17,00 presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’università di Catania , abbiamo proseguito con il seminariodal genocido nazista ai nuovi genocidi:  Rwanda 1994” alla  Facoltà di Scienze Politiche dell’università di Catania. Il preside de la Facoltà, il prof. Giuseppe Barone ha aperto i lavori dando un benvenuto agli ospiti e partecipanti, ha sottolineando l’impegno che dovrebbe fornire il mondo accademico per contribuire a far sì l’impegno “del mai più” scaturito dall’orrore della shoah  sia sempre attuale.

Sono intervenuti i prof. Federico Cresti, Ordinario di Storia dell’africa, Francesca Longo, Ordinario di relazioni Internazionali, Rosario Mangiameli, Ordinario di Storia Contemporanea.
 Pierantonio Costa ha fatto un analisi serrata delle cause del Genocidio dei Tutsi in Rwanda, partendo dalle divisioni etniche volutamente messo in atto dalla colonizzazione per arrivare alla triste constatazione, che sono stati i politici rwandesi a mettere in atto la macchina genocidaria che di fatto ha compiuto l’eccidio del 1994.


Il seminario è proseguito con la toccante testimonianza di Yolande Mukagasana, la quale ha ripercorso le vicissitudini dei tanti stermini ai quali ha dovuto assistere sin da bambina, dal primo del 1959, a quello del 1963 che lasciò il suo defunto marito orfano fino all’ultimo più sanguinario del 1994 che le portò via i suoi amatissimi figli.


Françoise Kankindi, Presidente dell’associazione Bene Rwanda Onlus, ha riposto all’attenzione dei presenti la questione della morte del diritto internazione che il genocidio del 1994 ha segnato, sottolineando la necessità di riporre al centro la questione dei diritti dell’uomo sanciti dalla carta delle Nazioni uniti.

La seconda giornata del sabato 30 gennaio 2010 ha visto i nostri eroi coinvolti in mattinata, in un incontro con gli studenti di San Giovanni La Punta dove i ragazzi delle classi medie e superiori hanno ascoltato con la massima attenzione le testimonianze di Yolande e Pierantonio Costa i quali hanno saputo adattare i contenuti dei loro discorso alla giovane età dei ragazzi.

In serata, la manifestazione attorno alla giornata della memoria si è concluso con la conferenza a Nicolosì che ha visto oltre alla numerosa partecipazione degli abitanti, la presenza del Sindaco di Nicolosi, Antonino Borzì, del Vice Sindaco e soprattutto del maestro Franco Battiato che i nostri eroi volevano conoscere in special modo. Lo stesso Sindaco ha consegnato ai due candidati Nobel la targa del Comune.


Di seguito alcune foto della manifestazione.