mercoledì 3 marzo 2010

COMUNE DI PADOVA: MOZIONE DI ADESIONE ALLA CANDIDATURA DEI GIUSTI DEL RWANDA AL PREMIO NOBEL PER LA PACE

Signori Consiglieri,

premesso che

• con Delibera di Consiglio n. 13 del 19 febbraio 2007 è stato istituito a Padova il Giardino dei Giusti del Mondo, il cui fine istituzionale è di rendere omaggio a coloro che si sono opposti ai genocidi perpetrati a partire dal XX secolo e di proporne e divulgarne l’esempio, in particolare tra i giovani;

• la Commissione Scientifica del Giardino dei Giusti del Mondo ha finora individuato trentasei Giusti legati a venti episodi avvenuti in quattro diversi genocidi, quello che coinvolse il popolo armeno in Turchia nel 1915/16, la Shoah ebraica avvenuta in Europa durante il secondo conflitto mondiale, i massacri indiscriminati contro la popolazione bosniaca (1992-95) e il genocidio Rwandese (1994);

ricordato che

• il genocidio in Rwanda si compì tra il 6 aprile e il 18 luglio del ‘94, quando gruppi militari e paramilitari di etnia Hutu, appoggiati anche da civili, sterminarono a colpi di armi da fuoco, machete, bastoni chiodati, gran parte della minoranza di origine Tutsi;

• il genocidio non risparmiò la componente moderata della stessa popolazione Hutu, e fu accompagnato da stupri e torture nei confronti di donne e bambine, sotto gli occhi indifferenti della comunità internazionale;

• in quel contesto efferato alcune donne e alcuni uomini scelsero di opporsi all’orrore e di salvare altri esseri umani a rischio della propria stessa vita, meritando di essere riconosciuti come Giusti del Rwanda;

• nel Giardino dei Giusti del Mondo di Padova sono state messe a dimora tre piante, che onorano tre persone che durante il genocidio rwandese hanno obbedito alla voce della coscienza e si sono efficacemente battute per interrompere la catena dell’ingiustizia e della morte;


preso atto che

• l’associazione no-profit Bene-Rwanda (che in lingua Kinyarwanda significa “Figli del Rwanda”), fondata e diretta da cittadini rwandesi che risiedono e lavorano da anni in Italia, e l’associazione internazionale Peace Culture hanno promosso la candidatura al Premio Nobel per la Pace di Zura Karuhimbi e Pierantonio Costa, onorati come Giusti del Rwanda nel nostro Giardino dei Giusti del Mondo, e della scrittrice e intellettuale rwandese Yolande Mukagasana, anch’essa presente nella nostra città nella cerimonia del 18 e 19 ottobre 2009;

• il Comitato Scientifico del Giardino dei Giusti del Mondo di Padova ha espresso parere favorevole all’iniziativa, proponendo al Consiglio Comunale di sostenere l’iniziativa presso il Comitato Promotore del Premio Nobel per la Pace;

• la presente mozione è stata esaminata e unanimemente approvata dalla III Commissione Cultura nella seduta del 19 febbraio 2010;

tutto ciò premesso


il Consiglio Comunale di Padova impegna

il Signor Sindaco a rappresentare al Comitato Promotore del Premio Nobel per la Pace la volontà della Città di Padova di aderire alla candidatura al Premio Nobel per la Pace di Zura Karuhimbi, Pierantonio Costa e Yolande Mukagasana.

Il Presidente della III Commissione

Giuliano Pisani


Biografie dei candidati :

Zura Karuhimbi è una contadina Hutu. Nata nel 1925 in Rwanda nel distretto di Ntongwe, dove ancora risiede in condizioni di estrema semplicità, all’epoca de genocidio aveva circa settant’anni. Incurante dei rischi e delle minacce che lei stessa correva, operando con intelligenza e coraggio, ospitò nella sua casa un centinaio di fuggiaschi Tutsi, cui salvò in tal modo la vita. Se fosse stata scoperta, sarebbe andata incontro alla morte più atroce. Nel 2006, l’associazione Ibuka – memoria e giustizia, che raggruppa i sopravvissuti del genocidio ruandese, le ha consegnato un certificato di merito e di riconoscimento, mentre il governo di Paul Kagame le ha conferito una medaglia al valore.

Pierantonio Costa (Mestre 7 maggio 1939), a quindici anni, raggiunge il padre emigrato nello Zaire. A Bukavu, nel 1960, fa la prima esperienza di guerra africana e con alcuni fratelli si prodiga per traghettare sull’altra sponda del lago Kivu gruppi di profughi congolesi. Si trasferisce in Rwanda nel 1964. Imprenditore di successo, dal 1988 al 2004 è console onorario d’Italia a Kigali. Nei tre mesi del genocidio Costa porta in salvo dapprima gli italiani e molti occidentali, poi si stabilisce in Burundi, a casa del fratello, e da lì comincia una serie incessante di viaggi attraverso il Rwanda per mettere in salvo il maggior numero di persone possibile. Costa usa i privilegi di cui gode, la rappresentanza diplomatica, la sua rete di conoscenze e il suo denaro per ottenere visti di uscita dal paese per tutti coloro che gli chiedono aiuto. Aiutato dal figlio Olivier, Costa agisce di concerto con rappresentanti della Croce Rossa e di svariate Ong, e alla fine del genocidio ha salvato quasi 2000 persone, tra cui 375 bambini di un campo di raccolta della Croce Rossa a Butare. La sua storia eccezionale è raccontata nel libro La lista del console.

Yolande Mukagasana è l’unica sopravvissuta alla sua famiglia. Suo marito e i suoi tre figli sono stati massacrati a colpi di machete. Salvata da una donna Hutu, Jacqueline Mukansonera, Yolande ha iniziato un’incessante campagna per testimoniare al mondo il genocidio del Rwanda . La sua storia è raccontata nel libro La morte non mi ha voluta. Scrittrice di fama internazionale, considerata la “Primo Levi” ruandese, Yolande ha già ricevuto vari riconoscimenti tra cui la Menzione Onorevole Unesco per l’Educazione alla Pace.