Presidente Peace Culture!
(segue dal primo episodio e continua nel prossimo)
....c’erano Ivanka Sukur, una donna rimasta vedova durante l’assedio di Sarajevo nella guerra dei Balcani ed Elvis, il bambino di appena 1 anno e mezzo (oggi un ragazzo di 17 anni) che Ivanka salvò da morte certa nel 1993 in Bosnia Erzegovina. C’erano poi tutti gli altri personaggi di cui vi parlerò in seguito.
La cerimonia di onorificenza ai Giusti era prevista per domenica mattina alle 11.30 circa. Ma sabato avevamo preso accordi con Filippo Pittarello dello staff di Beppe Grillo per realizzare un’intervista per il blog di fronte alla basilica di Sant’Antonio da Padova. Così verso le 10 siamo andati “di fronte al Santo”, (come dicono a Padova) e abbiamo fatto l’intervista che tra qualche giorno sarà pubblicata sul blog di Beppe Grillo, il sito più visitato d’Italia e il settimo sito più visitato al mondo! http://www.beppegrillo.it/.
Alle 11 ci siamo recati al Giardino dei Giusti, situato in Via Forcellini. Il luogo che ospita il Giardino dei Giusti del Mondo confina con un argine. Il Giardino continuerà lungo questo argine e, seguendo il corso del fiume Bacchiglione, punterà a raggiungere il Mare Adriatico dando così vita a una Via dei Giusti. All’ingresso del Giardino c’è un muro di ferro in cui campeggia la scritta “Si può sempre dire un sì o un no”. Dall’altra parte della strada si staglia il Museo dell’Internamento e il Tempio dell’Internato Ignoto. Con questa disposizione dei due monumenti Padova intende dunque ricordare le vittime dei lager e dei campi di concentramento da un lato e dall’altro le persone che nell’orrore del genocidio hanno fatto una scelta: hanno salvato vite umane invece di uccidere, hanno detto un sì alla nonviolenza e un no alla violenza, hanno detto un sì al coraggio e alla dignità del bene e un no alla banalità del male.
Alle 11 ci siamo recati al Giardino dei Giusti, situato in Via Forcellini. Il luogo che ospita il Giardino dei Giusti del Mondo confina con un argine. Il Giardino continuerà lungo questo argine e, seguendo il corso del fiume Bacchiglione, punterà a raggiungere il Mare Adriatico dando così vita a una Via dei Giusti. All’ingresso del Giardino c’è un muro di ferro in cui campeggia la scritta “Si può sempre dire un sì o un no”. Dall’altra parte della strada si staglia il Museo dell’Internamento e il Tempio dell’Internato Ignoto. Con questa disposizione dei due monumenti Padova intende dunque ricordare le vittime dei lager e dei campi di concentramento da un lato e dall’altro le persone che nell’orrore del genocidio hanno fatto una scelta: hanno salvato vite umane invece di uccidere, hanno detto un sì alla nonviolenza e un no alla violenza, hanno detto un sì al coraggio e alla dignità del bene e un no alla banalità del male.
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